Un sistema sicuro implica la comprensione e la gestione di tutti gli elementi del sistema di trasporto, compresi il comportamento e l’interazione dei suoi attori. L’analisi comparativa mostra differenze persistenti nelle prestazioni di sicurezza stradale tra gli Stati membri dell’UE/paesi associati.
Queste differenze possono essere attribuibili a differenze culturali, difficili da spiegare con i modelli di rischio classici. Dovrebbero quindi essere compiuti sforzi per integrare le iniziative sulla sicurezza stradale attraverso una prospettiva di cultura della sicurezza, vale a dire i valori, le convinzioni, le priorità e i punti di vista condivisi tra gruppi di utenti della strada e parti interessate che influenzano le loro decisioni di comportarsi o agire in modi che incidono sulla sicurezza, e allo stesso tempo considerando il consumo energetico. Questo concetto è già ben consolidato nella ricerca organizzativa.
Si ritiene che la valutazione delle culture della sicurezza stradale nei diversi sistemi, gruppi e organizzazioni nazionali, regionali o locali aiuti a comprendere e spiegare i diversi modelli di percezione e assunzione del rischio nelle comunità e nei paesi – e possa allo stesso modo informare interventi su misura per queste (sotto) culture, che derivano tutti da norme, valori, credenze e comportamenti specifici (compresi i modelli comportamentali legati al genere).
Questi interventi dovrebbero rivolgersi a tutti gli attori rilevanti nel sistema del trasporto stradale di persone e merci e considerare gli sviluppi futuri, come i potenziali impatti derivanti dall’aumento dei livelli di automazione o dall’introduzione di nuovi mezzi di trasporto stradale come scooter elettrici e hoverboard.